La scherma migliora la salute psicofisica dei ragazzi
La scherma migliora la salute psicofisica dei ragazzi: permette infatti di sviluppare contemporaneamente sia le capacità motorie che psichiche. Per questo motivo è particolarmente utile per i bambini e i ragazzi che possono trovare in questa disciplina anche un motivo importante di socializzazione.
La scherma rafforza le capacità motorie
La scherma si basa fondamentalmente su tre elementi: tempo, velocità e misura. Per questo motivo, grazie all’utilizzo dell’arma e all’interazione con l’avversario, rafforza l’equilibrio, la precisione, la coordinazione e i riflessi. Offre dunque l’opportunità di imparare a conoscere i propri schemi corporei. Aiuta inoltre ad assumere la posizione corretta, agendo sui disturbi posturali che possono causare il mal di schiena. La scherma contribuisce infine a tonificare i muscoli migliorandone la resistenza e l’agilità. E’ uno sport che può essere praticato tutta la vita e non richiede caratteristiche fisiche particolari: le uniche qualità indispensabili sono agilità e destrezza.
La scherma sviluppa la salute psicofisica
La scherma è una disciplina molto formativa sotto il profilo psicologico per i bambini e i ragazzi: lo schermidore si ritrova da solo a gestire le emozioni e le informazioni che derivano dall’assalto. E’ dunque un ottimo allenamento mentale che aumenta l’autocontrollo, la fiducia in se stessi, la concentrazione e la capacità strategica. Essendo uno sport individuale, è inoltre utile per la gestione dei conflitti e dei disturbi dell’attenzione. La scherma insegna anche la disciplina e il rispetto delle regole e dell’avversario: la stretta di mano alla fine dell’assalto, il saluto all’arbitro e all’avversario, nessun comportamento pericoloso, nessuna violazione dello spirito sportivo. Per tutti questi elementi la scherma migliora la salute psicofisica e si configura come uno sport particolarmente adatto e formativo per bambini e ragazzi. E’ uno sport che può essere iniziato addirittura all’età di quattro anni, anche se l’età ideale consigliata è sette anni, in quanto nei bambini più piccoli la coordinazione neuromotoria è ancora troppo poco sviluppata.