Piramide dei bisogni di Maslow: di cosa si tratta
La Piramide dei Bisogni di Maslow è una sorta di teoria schematica e visuale che organizza in modo gerarchico i bisogno umani. Questa nasce nell’ambito degli studi in materia di psicologia sociale ma, nel tempo, ha trovato applicazione in diversi campi tra cui il reclutamento delle nuove risorse lavorative ed il marketing. Ciò nonostante questa non manca di critiche mentre per alcuni rappresenta essere uno dei migliori modelli capaci di interpretare la motivazione delle persone e la gerarchia dei loro bisogni.
Piramide di Maslow, come nasce
La Piramide dei Bisogni di Maslow ha una storia un tantino travagliata. Per riassumerla brevemente possiamo cominciare dalla sua prima versione, resa nota nel 1943 nella rivista Psycological Review. Nell’articolo intitolato “A Theory of Human Motivation” di Maslow emerge una sorta di prima bozza che viene poi rielaborata in versione completa due anni più tardi, ovvero nel 1945, nel saggio “Motivation and Personality”,
Il motivo per cui la storia di questa teoria ha una storia controversa riguarda l’origine della stessa che si fonderebbe su un campione pari all’1% della popolazione “sana” dell’università di riferimento dello studioso. Per di più questa citerebbe solamente casi “eccezionali”, del calibro di Einstein e, dunque, non tiene conto di troppi aspetti a caratterizzazioni.
Maslow piramide: cos’è
Come anticipato nell’intestazione la Piramide dei Bisogni di Maslow è una teoria che gerarchizza i bisogni dell’essere umano. Essa principia in ambito ospedaliero dove il teorico ritenne che per guarire i pazienti fosse necessario considerare i rispettivi bisogni, distinguendoli per gradi.
L’esempio più conosciuto è quello del paziente cardiologico che si presenta in Pronto Soccorso per un infarto. Ebbene se distinguiamo i suoi bisogni appare chiaro che la priorità sia quella di prendersi cura della sua salute alleviando o curando i sintomi.
Solo dopo che il paziente è fuori pericolo, si agirà per la sua sicurezza ed il benessere affettivo. Quindi il paziente sarà trasferito in una stanza dove riceverà i suoi cari e li rassicurerà che tutto sia andato a buon fine.
La piramide è suddivisa in cinque zone per cui alla base ci sono i bisogni primari e in alto quelli di autorealizzazione. Nel mezzo sono collocati i bisogni psicologici che corrispondono ad appartenenza e stima, ovvero riconoscimento, affetto, amicizia, prestigio, identificazione e così via. Tra i bisogni primari rientrano quelli fisici tra cui respirare, mangiare, dormire, fare sesso e curarsi mentre, in alto, alla punta, figurano l’autorealizzazione e l’auto-accettazione di se.
A cosa serve la piramide di Maslow
Secondo il teorico, quindi, le scelte dell’uomo e le sue azioni sono guidate da questa gerarchia. In marketing questa distinzione aiuterebbe a inquadrare i potenziali clienti chiarendo a che livello è posizionato il prodotto o servizio che si offre sul mercato.
Per esempio uno studio medico specialistico rientra tra i bisogni primari mentre il cinema rientra nella zona mediana della piramide. Il problema sorge con attività al limite come l’estetista che può essere inteso come un bisogno primario ma anche come quello dell’auto-accettazione di sé.
In ogni caso chiarire a che livello si trova il prodotto o servizio di un’azienda potrebbe aiutare la stessa a identificare proposte di marketing fondate sul valore e, quindi, di maggior efficacia nei confronti del pubblico a cui sono destinate.
Nell’ambito delle risorse umane, invece, la piramide dei bisogni di Maslow aiuterebbe i recruiter ad inquadrare il trattamento dei collaboratori ma anche a selezionare quelli più meritevoli, soprattutto attraverso l’utilizzo dei colloqui motivazionali.
Il motivo risiede nel fatto per cui i bisogni fondamentali non si ripresentano dopo che sono stati soddisfatti e, quindi, dopo aver dormito non torniamo di nuovo al letto a meno che non siamo malati o depressi. I bisogni sociali e relazionali, invece, tendono a spostare sempre più in alto l’asticella della soddisfazione e, quindi, l’insoddisfazione trova causa proprio nella mancata realizzazione delle proprie potenzialità.
Critiche alla teoria
Tra le critiche più accese nei confronti di questa teoria vi è la convinzione per cui un soggetto non debba necessariamente passare attraverso tutti i livelli della scala gerarchica dei bisogni. Difatti è possibile che per taluni soggetti questi possano essere saltati dal momento che le persone possono dare un valore o un ordine diverso a quello proposto da Maslow.
Inoltre le scale dei bisogni delle persone possono variare anche in base al contesto storico, alla situazione economica o alla visione culturale predominante e, quindi, anche da questo punto di vista l’ordine gerarchico proposto potrebbe essere ribaltato.
Infine la Piramide dei Bisogni di Maslow esclude la possibilità per cui un individuo possa essere spinto da più bisogni contemporaneamente e che questi possano riguardare tanto la salute o il benessere fisico quanto l’auto-accettazione, la stima in sé stessi e così via.