Auschwitz di Guccini, il significato del brano | SubitoNews

Auschwitz di Guccini, il significato del brano

Auschwitz di Guccini, il significato del brano

Auschwitz (Canzone del bambino nel vento) è un brano di Francesco Guccini. Fu pubblicato nel 1967 all’interno dell’album Folk beat n.1, lo stesso di altri brani iconici come “Canzone per un’amica” e “Noi non ci saremo“. Il testo del brano è in realtà accreditato dalla Siae a Lunero e Maurizio Vandelli. Prima di essere inserito all’interno del disco, uscì sul mercato musicale come singolo nel 1966. Come praticamente ogni brano di Guccini il testo è ricco di significati e metafore. Non per niente, spesso, i testi dell’autore risultano ancora attuali oggi giorno.

Auschwitz di Guccini, l’origine del brano

Guccini trovò l’ispirazione per parlare dell’Olocausto dopo aver letto “Il flagello della svastica” di Edward Russell, conosciuto anche come il Barone di Liverpool. Anche “Tu passerai per il camino“, romanzo autobiografico di Vincenzo Pappalettera fu fonte d’ispirazione. Il testo della canzone è narrato da due voci. La prima è quella del protagonista, un bambino che morì nel campo di concentramento di Auschwitz. La seconda è quella dell’autore che si fa alcune domande a cui risponde il bambino. Il brano è stato reinterpretato più volte da diversi gruppi musicali come i Nomadi, Rod MacDonald e The Gang.

Il significato del testo

Ovviamente il testo racconta del massacro ai danni degli ebrei nell’arco della Seconda Guerra Mondiale. L’Olocausto viene raccontato però come se fosse un evento di routine. Nelle strofe sono presenti due figure come il freddo e la neve. Queste non sono un motivo di gioia per il bambino ma fanno parte della sofferenza complessiva che prova. Il messaggio finale del testo è il racconto di milioni di persone chiuse in un singolo posto che non fanno rumore e rimangono in un silenzio assordante, dopo aver subito il furto della loro dignità. Il bambino ad un certo punto dice: “Son morto con altri centro, son morto che ero bambino, passato per il camino, e adesso sono nel vento”.