Canzone per un’amica, l’origine del brano di Guccini
Uno degli autori più apprezzati nella storia della musica italiana. Francesco Guccini, cantautore nativo di Modena, è considerato uno dei più grandi scrittori di testi musicali del secolo precedente. “Canzone per un’amica” è uno dei brani più noti della carriera di Guccini. Fu pubblicato nel 1967 all’interno dell’album “Folk beat n.1“, il primo della carriera del cantante. L’etichetta discografica che pubblicò il disco è “La voce del padrone“. Fu poi ristampato nel 1976 dalla EMI Italiana. All’inizio fu poco considerato e vendette solamente 500 copie. Negli anni seguenti aumentarono poi consistentemente. Da lì partì la carriera dell’artista.
Canzone per un’amica, le riedizioni successive
Guccini scrive questo pezzo per onorare un’amica appena defunta. Si tratta di Silvana Fontana, scomparsa nel 1966 in un incidente stradale. Fu inserito all’ultimo momento all’interno dell’album. Il primo titolo del brano fu “In morte di S.F.” ma venne poi cambiato prima della pubblicazione. Come altri brani di Guccini, anche questo fu reinterpretato in futuro da altri musicisti. Augusto Daolio, leader dei Nomadi, apprezzò molto il testo e volle inciderla con la sua band. Anche Enrico Ruggeri eseguì la canzone in versione rock mentre gli Aton’s la eseguirono in versione prog-rock. I Luf la reinterpretarono nell’album “I Luf cantano Guccini“.
L’incidente stradale di SF
Il brano racconta appunto dell’incidente stradale in cui Silvana Fontana e il fidanzato rimasero coinvolti. Il triste accaduto avvenne martedì 2 agosto 1966, sull’autostrada del Sole. La Rover 2000 TC, una berlina del tempo, andò a sbattere contro l’aiuola spartitraffico, sbandando sulla corsia di senso opposto. L’auto si scontrò frontalmente con la Fiat 1500 di due ragazzi bolognesi, anch’essi morti sul colpo. L’unico superstite dell’incidente fu il fidanzato della Fontana. Una grande canzone sull’amicizia che termina con queste parole: “Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi“.