Matrimoni gay in Svizzera, vince il sì al referendum
Grandi novità sociali in Europa. I cittadini elvetici sono stati chiamati nei giorni scorsi a votare per quanto riguarda la questione dei matrimoni gay in Svizzera. Ha vinto il sì, con il 64% delle preferenze. Il paese si allinea così a tanti altri stati dell’Europa, lasciando, anche in questo caso, l’Italia tra i pochi che ancora non lo consentono, insieme a Polonia e Ungheria. Il referendum definito “Matrimonio per tutti” ha messo d’accordo i cantoni svizzeri. In realtà, però, le nozze tra persone dello stesso sesso erano già state approvate dal Parlamento lo scorso anno. I partiti più conservatori, però, avevano raccolto abbastanza firme per rimettere in discussione la legge. Il risultato però li ha lasciati di stucco.
Matrimoni gay in Svizzera, la legge aggiornata
I sondaggi parlavano chiaro: tra il 63 e il 66% di persone sarebbero state favorevoli. I numeri hanno rispettato le aspettative. Già nei primi mesi del 2020 c’erano state le prime avvisaglie di un cambio di marcia. Infatti, un altro referendum aveva reso reato l’omofobia. E pensare che in Svizzera, fino a qualche anno fa, la polizia teneva dei registri in cui venivano segnalati tutti i gay presenti sul territorio, come prova di immoralità in caso di crimini. Ora, invece, sarà possibile sposarsi e adottare figli. Le donne, poi, avranno accesso alla donazione di spermatozoi. Restano illegali la donazione di ovuli e l’utero in affitto. Per le coppie che già si erano ufficializzate tramite le unioni civili, sarà ora possibile tramutare il tutto in un matrimonio, per avere tutti i vantaggi legislativi.
Il voto per la tassazione dei grandi capitali
I cittadini svizzeri erano chiamati ad esprimere anche un’altra preferenza: quella sulla tassazione dei grandi capitali. Il quesito chiede di sgravare i salari e tassare equamente il capitale per lottare contro le disparità nella ripartizione della ricchezza e dei redditi. Ancora non si conoscono i risultati del voto. Se verrà approvato i guadagni proventi di dividendi, azioni, affitti e interessi sul patrimonio saranno soggetti ad un’imposta aggiuntiva. I sondaggi parlavano del 40% dei cittadini favorevoli contro il 55% dei contrari. Si attendono i risultati.