Scuola: Azzolina chiede ristori e didattica in presenza
Lucia Azzolina torna all’attacco in difesa della scuola, chiedendo interventi economici e la fine della didattica a distanza. «Non credo si possa pensare di recuperare d’estate: bisogna recuperare oggi. E’ più facile chiudere la scuola perché la scuola non ha bisogno di ristori – afferma la ministra dell’Istruzione a Uno Mattina -. Sarò io a chiedere i ristori formativi: ci sono anche bambini della scuola primaria che sono andati a scuola meno ma so bene che vengono da tre mesi di dad dell’anno precedente. Chiederò ristori formativi per fare apprendimenti potenziati anche nel pomeriggio, per fare educazione all’affettività e incrementare l’aiuto psicologico: ora bisogna intervenire non di certo in estate».
Azzolina è molto preoccupata per la situazione dei giovani. «Il 7 gennaio sono tornati a scuola in 5 milioni, ma vengono da mesi di dad e bisogna recuperare adesso. Chiederò ristori formativi e per dare un supporto psicologico. Le risse tra i giovani sono diventate più frequenti in questo periodo. Sulla scuola abbiamo messo 7 miliardi; nel Recovery sulla scuola ci sono oltre 27 miliardi considerando tutti i fondi europei, Con questa cifra si può mettere a punto un piano a 360 gradi per risollevare l’istruzione che è stata negli anni maltrattata, ‘messa in uno sgabuzzino’ e che va finalmente risollevata».
Azzolina: la scuola non è epicentro della epidemia
La ministra nega che la scuola sia epicentro epidemia. «Il problema non è il trasporto ma sanitario – afferma Lucia Azzolina -. Si va a colpire la scuola superiore che è chiusa da novembre, che non può essere causa dell’aumento dei contagi. Ma io non posso pensare di vedere i ragazzi al pomeriggio al centro commerciale, i ragazzi non sono a casa tutto il giorno, escono, hanno bisogno di socialità . Abbiamo fatto con loro black out socialità e la cercano fuori dalla scuola. Così non si controlla la curva sanitaria. I ragazzi hanno ragione: abbiamo acceso i pc ma spento gli animi. Tutti dobbiamo ricordare che l’Italia deve pensare alle giovani generazioni, non essere un Paese che si occupa solo delle generazioni più anziane».
Chiusura sulla riapertura delle superiori. «Decideranno le Regioni quando farlo – osserva la responsabile dell’Istruzione -. Come governo ho messo in essere tutto quello che era necessario per far ripartire la scuola, abbiamo lavorato su mezzi pubblici, igienizzanti, mascherine. Sono state fatte azioni concrete e reali. Quando i governatori decideranno che i ragazzi possono tornare a scuola potranno farlo, è tutto pronto». E sulle vaccinazioni. «I docenti sono stati considerati categoria prioritaria ma dopo i sanitari e gli anziani. La scuola è un servizio pubblico essenziale, il personale va vaccinato il prima possibile. Prima ci vacciniamo tutti e meglio sarà . Spero si faccia prestissimo con i sanitari e i nostri nonni per arrivare poi alla scuola, partendo dai docenti fragili e da chi ha una età più avanzata per arrivare ai più giovani».