Malagò: «La politica si occupi di palestre e sport a scuola»
«Sono angosciato. Abbiamo allontanato una o due generazioni dallo sport, per il Covid e altro. Provo profonda amarezza nel vedere che la politica invece di sistemare l’enorme problema di palestre chiuse, insegnanti assenti, dell’assoluta mancanza di sport a scuola si occupa di altro. Lo sport a scuola è una barca abbandonata in mezzo al mare e noi pagheremo conseguenze immense». E’ lo sfogo del presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un’intervista al “Corriere della Sera”.
Malagò contesta la riforma dello sport. «Siamo tornati indietro, addirittura al 31 dicembre 2018, a quelle poche righe di una legge che trasformavano Coni Servizi in Sport&Salute, società terza e indipendente. Da quel giorno, improvvisamente, il Coni, ente pubblico cui la Legge Melandri, oggi in vigore più che mai, ha dato precise prerogative e si è trovato senza più nulla in mano. Il primo governo Conte fece partire l’iter per una legge delega che permettesse al Coni di rispettare l’autonomia prevista dalla Carta Olimpica mettendo come pezza temporanea un contratto di servizio. Due anni dopo la legge delega non è stata approvata, il contratto di servizio è scaduto. Gli impegni del Cio con i due governi che si sono succeduti sono stati disattesi, sulla governance siamo punto e a capo».
Malagò e la visione di un Coni più compatto
Malagò parla di «un Coni ridimensionato ma più compatto che mai per portare avanti battaglie sui diritti che definirei sacrosante, ma mentirei se non aggiungessi che la situazione di quadro normativo è estremamente difficile». Sullo scontro politico con il ministro Spadafora, il numero uno dello sport italiano dice: «Posso condividere l’allarme sullo scarso ricambio a livello dirigenziale, ma aver cambiato le regole in corsa e con la legge che già metteva il limite dei tre mandati, durata giusta per governare e guadagnarsi credibilità internazionale, è stato controproducente. Chi ha alle spalle una lunga militanza o pochi avversari si è fatto eleggere subito per evitare sorprese, ma vedrete che nelle prossime tornate ci saranno tante novità».
Sul fatto che l’Italia rischi di perdere i Giochi Olimpici di Tokyo, Malagò ricorda che sul tema si è già espresso il mio presidente del Cio, Thomas Bach. «La Carta Olimpica sottoscritta da Conte a Losanna quando abbiamo vinto con Milano-Cortina è chiarissima». E a proposito dell’Olimpiade giapponese «la questione non è se si farà o meno, ma di quale livello sarà la bolla che la circonderà. Su questo il lavoro del Cio è incessante».