I corvi della Torre di Londra, storia o leggenda?
I corvi della Torre di Londra sono da secoli custodi silenziosi di una delle superstizioni più suggestive della monarchia britannica. Secondo la tradizione, la presenza di questi uccelli rapaci all’interno della fortezza è vitale per la sicurezza della Corona e dell’intero regno: se i corvi dovessero mai abbandonare la Torre, la Corona cadrebbe e con essa la Gran Bretagna stessa. Questo alone di mistero ha trasformato i corvi in simboli viventi dell’identità storica di Londra.
Le origini della leggenda sui corvi della Torre di Londra
Le origini della leggenda risalgono alla Restaurazione inglese, sotto Carlo II, quando si decise di mantenere in cattività almeno sei corvi imperiali (Corvus corax) per garantire la protezione del regno. La scelta non fu soltanto un gesto di devozione popolare, ma anche un atto di pragmatismo politico: la Corte non poteva permettersi di mettere in discussione un mito così radicato fra soldati e popolani. Nel tempo, la credenza popolare si è intrecciata a narrazioni folkloristiche e mitologiche, conferendo alla Torre un’aura di fascino arcano.
Il modello di corvo imperiale ospitato nella Torre di Londra è più grande e più carnivoro rispetto al comune corvo nero urbano. Questi uccelli, ormai estinti in gran parte dell’Inghilterra, vivono solo grazie alle attenzioni degli Yeoman Warders, i famosi “Beefeater”, che se ne prendono cura quotidianamente. Ogni individuo ha un nome proprio e un trattamento veterinario costante, secondo protocolli ispirati alle migliori pratiche ornitologiche moderne.
Per evitare che i corvi volino via, a molti di loro vengono tagliate alcune penne remiganti delle ali. L’operazione, effettuata con maestria dagli esperti del Corpo dei Yeoman Warders, non nuoce alla salute degli uccelli: compromette soltanto la loro capacità di compiere voli prolungati, assicurando che restino entro i confini della Torre. Questa procedura rafforza l’idea che i corvi non siano prigionieri bensì protettori incaricati dal destino di vegliare sul regno.
Durante la Seconda Guerra Mondiale le rovine di Londra furono risparmiate in parte dalla presenza dei corvi. Solo un esemplare sopravvisse ai bombardamenti che devastarono la città, e per volontà di Winston Churchill la colonia fu immediatamente ripopolata fino a raggiungere nuovamente il numero simbolico di almeno sei individui. Questa azione sottolineò il valore morale e propagandistico della leggenda in un momento di crisi nazionale.
I corvi della Torre di Londra oggi
Oggi i corvi della Torre di Londra possiedono uno status quasi militare: ricevono documenti che ne attestano il grado e, come ogni soldato, possono subire “congedi” in caso di comportamento inappropriato. Il loro mestiere di guardiani li rende ospiti d’onore nelle cerimonie ufficiali e nelle visite guidate, dove i turisti imparano a riconoscere nome e personalità di ciascun uccello.
Più che semplici attrazioni, i corvi incarnano la tenacia di una tradizione che unisce storia e superstizione. Passeggiare lungo i bastioni della Torre senza scorgerli è quasi impossibile, e per i visitatori la foto con questi rapaci neri è un ricordo indelebile. Tra mito e realtà, il loro svolazzare ricorda a chi guarda la fragilità di una leggenda capace di resistere alle epoche, intessendo il destino di un popolo e di un sovrano.
