I gatti pensano?
I gatti pensano qualcosa riguardo l’ambiente che li circonda, le persone che si prendono cura di loro o del luogo in cui vivono? Per la verità la mente dei gatti è ancora un mistero come del resto quella di tutti i felini. Tuttavia alcuni studi hanno approfondito alcuni aspetti inerenti il funzionamento della mente del gatto.
Cosa pensano i gatti?
Qualche volta, ammirando il vostro gatto nella sua imperturbabilità oppure immerso in qualche sua attività quotidiana, vi sareste chiesti se i gatti pensano. E, nella fattispecie, sapere cosa passa nella testa del vostro micio in un determinato momento. La mente felina resta ancora un mistero, gli studi sono solo agli albori: i gatti sono ancora oggetto di scarsa investigazione. Come dichiarò l’etologo ungherese Adam Miklosi esperto della cognizione canina, gli studi sui gatti sono pochi e arretrati non per mancanza di interesse ma perchè sono animali defficili da studiare.
Gli studi sulla cognizione dei gatti
Studiare un gatto è molto complicato sia nel suo ambiente naturale che in laboratorio: nel primo caso perchè è costoso, lungo e complicato anche a causa delle sue dimensioni contenute, nel secondo perchè il suo comportamento può essere proprio influenzato dalle condizioni ambientali in cui vive al punto da alterare la validità dei risultati delle ricerche. Tuttavia proprio un recente studio italiano ha dimostrato che i gatti considerano l’essere umano un referente sociale: in base alle sue reazioni emotive, cioè, i gatti valutano situazioni famigliari o meno, adeguandosi di conseguenza. Pare anche che siano in grado di comprendere la gestualità umana, proprio come i cani.
Cosa pensano i gatti dell’uomo
Tuttavia qualche cosa su cosa i pensano i gatti e sul loro funzionamento cognitivo si può cominciare a dire. Per quanto riguarda l’uomo, ad esempio, si può affermare che i gatti lo ritengano un partner sociale di cui fidarsi solo nel caso in cui siano entrati in contatto con esseri umani tra le due e le sette settimane di vita. Diversamente il micino, come il gatto adulto, riterrà sempre e di fatto l’uomo un predatore di cui diffidare e da cui tenersi a distanza. Sulla base di questa tesi si può allora comprednere come i gatti rinselvatichiti, ossia quelli che vivono liberi e lontani da comunità umane, non si facciano avvicinare neanche se li si alimenta quotidianamente.
La memoria dei gatti
Considerando dunque anche tutti questi aspetti, i gatti sembrano posedere una grande memoria a lungo termine, sono cioè in grado di conservare vecchi ricordi, mentre la memoria a breve termine si aggira invece intorno al minuto, per pi oiidursi ulteriormente nel giro dei successivi trenta secondi.
I gatti si attaccano all’uomo?
Fra gli studi più diffusi sui gatti, negli ultimi anni si è sviluppato quello sull’attaccamento nella relazione uomo-gatto. Anche se non è credenza comune, in realtà pare non ci siano dubbi sul fatto che i gatti sappiano creare dei veri e propri legami affettivi con gli esseri umani, nonostante possa non essere l’attaccamento il meccanismo alla base del rapporto.
Cosa pensano i gatti degli oggetti?
Come per gli esseri umani, anche per quanto riguarda gli oggetti i gatti pensano che siano creature minacciose da cui meglio tenersi a distanza. Anche in questo caso, dipende dai contatti nelle prime settimane di vita: solo in quel caso entrano a far parte di un repertorio di conoscenze in grado di ispirare loro fiducia e serenità.
Cosa pensano del loro habitat
Anche in questo caso un micio con due mesi di vita ha preso confidenza e conoscenza con l’ambiente che lo circonda, ma se nei giro di qualche mese venisse trasferito in un altro ambiente potrebbe far fatica ad ambientarsi, sviluppando anche ansie e fobie. Per questo motivo sarebbe meglio che il gatto venisse trasferito in ambienti sempre molto simili a quello precedente in cui viveva.
