La guerra in Ucraina nei colloqui fra Trump e Putin

Il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha parlato al telefono con Vladimir Putin per trattare le fine della guerra fra Russia e Ucraina. I dettagli della loro telefonata non sono pubblici. Trump avrebbe solo abbozzato in un’intervista rilasciata a un giornalista del New York Post su quante volte i due leader si siano sentiti al telefono, facendo così riferimento ai frequenti colloqui diretti fra i due che spesso sono stata causa di critiche. Anche da Mosca non sono arrivate conferme o dettagli sui loro colloqui, se non che il dialogo fra i due sarebbe avvenuto su diversi canali di comunicazione: “Ho sempre avuto un buon rapporto con Putin”, la dichiarazione di Trump per tracciare anche la differenza con il suo predecessore Joe Biden.
Il piano di Trump per chiudere la guerra
In diverse occasioni in passato il presidente americano si era espresso lasciando intendere di avere ben chiaro un progetto per porre termine all’invasione della Ucraina cominciata il 22 febbraio 2022. Come a dire che se ci fosse stato già lui alla Casa Bianca, il conflitto sarebbe finito da tempo. Infatti già durante la campagna elettorale Trump aveva promesso agli americani di essere in grado di chiudere la guerra nel giro di 24 ore, trasformate poi in sei mesi una volta insediatosi nella Sala Ovale. In realtà il piano di Trump non è affatto chiaro, e questo desta anche le preoccupazioni dell’Unione Europea, che non ci sta a essere lasciata fuori dalle eventuali trattative. Keith Kellogg, inviato americano in Ucraina e Russia, si era detto fiducioso sulla possibilità di trovare una soluzione addirittura nei primi tre mesi ai amministrazione Trump, soluzione accettabile sia da parte dell’Ucraina che della Russia.
Le perplessità dell’UE sul piano di Trump
L’Unione Europea non ha gradito il fatto di essere stata esclusa dai colloqui fra Trump e Putin ed ha espresso perplessità in merito alla certezza di un piano di Trump. Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha affermato che è giunto il momento di “prendere in mano la difesa dell’Europa”. L’unico tema chiaro riguarda la sicurezza degli asset ucraini, a partire dalle terre rare, che sembrano costituire il tema individuato dal presidente Trump per continuare a fornire aiuti all’Ucraina. Zelensky in passato si è mostrato aperto a valutare l’ipotesi che gli Stati Uniti si assicurino gli investimenti di aziende americane che vadano a estrarre terre rare dal territorio ucraino, vera ricchezza del paese, secondo un accordo stimato in 500 milioni di dollari. Questo l’accordo con l’Ucraina in cambio di garanzie di sicurezza in un eventuale accordo di pace. Lo stesso Zelenszky in un’intervista ha rivelato che le riserve di uranio e titanio dell’Ucraina sono le più grandi d’Europa, motivo per il quale il paese potrebbe diventare un fornitore strategico di terre rare. Contemporaneamente l’amministrazione americana ha lavorato attraverso la diplomazia anche con la Russia, minacciandola di raddoppiare le sanzioni, in particolare nel settore petrolifero, se non scende a giusti compromessi sedendosi al tavolo delle trattative.
Trump nel ruolo di “pacificatore e unificatore”
In tutta questa storia di diplomazia e trattative, Trump non ha rinunciato ad autoincensarsi nel ruolo di pacificatore mondiale. “Voglio mettere fine a questa maledetta guerra , spero il più velocemente possibile”, ha affermato ribadendo per l’ennesima volta che se ci fosse stato lui al posto di Biden alla Casa Bianca, il conflitto non sarebbe mai iniziato. E in un messaggio dai toni messianici twittato dalla Casa Bianca, ha fatto dichiarare: “Come dice la Bibbia, ‘beati i mediatori di pace’. Mi auguro che quando tutto finirà, la mia eredità venga riconosciuta come quella di un pacificatore e unificatore”.