Il Palio di Siena: le accuse di sfruttamento dei cavalli | Subito News

Il Palio di Siena e le accuse di sfruttamento dei cavalli

Il Palio di Siena e le accuse di sfruttamento dei cavalli

Il Palio di Siena, una delle manifestazioni più antiche e iconiche d’Italia, continua a suscitare polemiche a causa dello sfruttamento e del maltrattamento dei cavalli coinvolti.

Questa tradizione, che affonda le sue radici nel Medioevo, è divenuta oggetto di crescenti proteste da parte degli attivisti animalisti, che denunciano le sofferenze inflitte agli animali in nome dello spettacolo.

Che fine fanno i cavalli del Palio di Siena?

I cavalli che partecipano al Palio sono sottoposti a condizioni estreme che spesso compromettono la loro salute e, in molti casi, la loro vita. Durante la competizione, i cavalli corrono su un percorso altamente pericoloso, caratterizzato da curve strette e superfici urbane non adatte alla loro corsa.

Dal 1970 al 2019, sono stati registrati oltre 50 decessi di cavalli a causa di incidenti avvenuti durante la corsa. Tra le vittime più recenti si annoverano Raol, abbattuto nel 2018 dopo essersi spezzato una zampa, e Periclea, morta nel 2022 durante una prova.

Anche se esistono cliniche veterinarie pronte ad accogliere gli animali feriti, molti cavalli vengono abbattuti a causa delle gravi condizioni in cui versano. I cavalli che sopravvivono alla competizione spesso non sono più in grado di partecipare ad altre gare e vengono destinati a un futuro incerto.

Qual è lo scopo del Palio di Siena?

Il Palio di Siena è una competizione che si svolge due volte l’anno, il 2 luglio e il 16 agosto, tra le contrade della città. Originariamente nata come celebrazione religiosa in onore della Madonna, questa manifestazione è diventata nel tempo un evento di grande rilevanza culturale e sociale per i senesi.

Tuttavia, l’aspetto spirituale e comunitario del Palio si è gradualmente offuscato, lasciando spazio a una competizione spietata dove la vittoria diventa l’unico obiettivo. Questo cambio di focus ha reso il Palio una manifestazione in cui il benessere dei cavalli è spesso sacrificato sull’altare dell’orgoglio contradaiolo e dell’intrattenimento.

Mentre i cavalli vengono osannati come eroi, vengono anche sfruttati senza riguardo per le loro condizioni fisiche, alimentando un dibattito sempre più acceso sull’etica di questa tradizione.

Quanti cavalli sono morti durante il Palio di Siena?

Il numero di cavalli morti durante il Palio di Siena è tragicamente alto. Dal 1970 ad oggi, oltre 50 cavalli hanno perso la vita, un dato che solleva gravi preoccupazioni sulla sicurezza e sull’adeguatezza della competizione.

La morte di questi animali è spesso causata dalle condizioni pericolose del percorso, che richiede ai cavalli di correre a velocità elevata su terreni non idonei e in ambienti urbani che presentano numerosi ostacoli. L’utilizzo di farmaci dopanti, come antinfiammatori e broncodilatatori, è un ulteriore fattore che ha contribuito alla sofferenza degli animali.

Un esempio emblematico è la condanna del fantino Luigi Bruschelli, accusato di aver somministrato farmaci per migliorare le prestazioni dei cavalli, una pratica che ha portato a gravi conseguenze per gli animali coinvolti.

Perché è importante vincere il Palio di Siena?

La vittoria della corsa rappresenta un traguardo di enorme importanza per le contrade partecipanti. La competizione è vissuta con una passione intensa, e la vittoria non solo conferisce prestigio e onore alla contrada, ma rafforza anche il senso di identità e appartenenza dei suoi membri.

Tuttavia, questa ossessione per la vittoria ha un costo elevato, soprattutto per i cavalli, che vengono spesso sottoposti a stress fisico e psicologico estremo. La pressione di ottenere la vittoria spinge fantini e allenatori a utilizzare metodi che mettono a rischio la vita degli animali, sollevando questioni etiche che non possono più essere ignorate.

La tradizione, per quanto radicata, deve essere rivisitata alla luce delle moderne sensibilità, riconoscendo che il benessere degli animali non può essere sacrificato in nome di una competizione.