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Archeologia Nuragica: un viaggio nel cuore della Sardegna antica

Archeologia Nuragica: un viaggio nel cuore della Sardegna antica


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La civiltà nuragica, fiorita in Sardegna tra il 1700 e il 700 a.C., rappresenta uno degli enigmi più affascinanti dell’archeologia mediterranea. Conosciuta soprattutto per le sue imponenti torri di pietra, i nuraghi, questa civiltà ci ha lasciato un patrimonio monumentale e artistico che testimonia una società complessa e avanzata.

Le Origini dei Nuraghi

I nuraghi, simbolo distintivo della Sardegna, nascono durante la media età del Bronzo, intorno al 1600 a.C. Queste strutture, che si elevano nel paesaggio sardo con la loro caratteristica forma tronco-conica, rappresentano un’evoluzione dei precedenti protonuraghi, edifici più semplici e massicci.

Costruiti con enormi blocchi di pietra sovrapposti senza malta, i nuraghi dimostrano una conoscenza ingegneristica avanzata per l’epoca. Sebbene la loro funzione esatta rimanga in parte un mistero, è noto che essi potevano fungere da fortificazioni, residenze o centri cerimoniali. Alcune teorie suggeriscono anche un loro utilizzo come osservatori astronomici, grazie a specifici allineamenti con gli astri.

L’Apogeo della Civiltà Nuragica

Il periodo di massimo splendore della civiltà nuragica si colloca tra il 1300 e il 900 a.C., durante l’età del Bronzo finale. In questo arco temporale, la costruzione di nuraghi raggiunse il culmine, con più di 7000 strutture erette su tutto il territorio sardo. Questa proliferazione indica non solo una popolazione in crescita, ma anche una società altamente organizzata, capace di gestire vaste risorse agricole e minerarie.

I nuraghi, al centro di villaggi ben strutturati, rappresentavano il fulcro della vita politica ed economica delle comunità nuragiche, che intrattenevano relazioni commerciali con le principali civiltà del Mediterraneo, dai Micenei ai Fenici.

L’Origine del Nome Nuragica

Il termine “nuragica” deriva direttamente dai nuraghi, le torri megalitiche che punteggiano il paesaggio sardo. Queste imponenti strutture non solo caratterizzano visivamente l’isola, ma incarnano l’essenza stessa della civiltà che le ha realizzate.

I nuraghi erano più di semplici edifici: rappresentavano il cuore pulsante della società, luoghi di controllo del territorio, di culto e di difesa. Il loro nome, legato indissolubilmente alla loro funzione, è diventato sinonimo della cultura e dell’identità di un’intera civiltà.

L’Arte Nuragica: Bronzi, Pietra e Mito

L’arte nuragica riflette la raffinatezza e la maestria degli artigiani dell’epoca, soprattutto attraverso la produzione di bronzetti, piccole statuette in bronzo che raffigurano guerrieri, animali e figure divine. Questi manufatti, trovati spesso in contesti votivi, offrono uno spaccato della vita quotidiana e delle credenze religiose dei nuragici.

Le “tombe dei giganti”, imponenti sepolcri collettivi, e i templi a mégaron, dedicati al culto dell’acqua, sono altri esempi della straordinaria abilità costruttiva e artistica di questa civiltà. Questi monumenti, oltre a servire funzioni pratiche e religiose, sono carichi di simbolismo e dimostrano una profonda connessione con la natura e il sacro.

La civiltà nuragica, nonostante i millenni trascorsi, continua a suscitare ammirazione e curiosità. Le sue vestigia, disseminate in tutta la Sardegna, ci raccontano di un popolo che ha saputo sfruttare le risorse del proprio territorio, integrandosi in un contesto mediterraneo più ampio, senza mai perdere la propria identità. Un viaggio tra i nuraghi è, dunque, un tuffo nel passato, alla scoperta delle radici più profonde della Sardegna.