F1: ingenuità Hamilton, che rimanda ancora l’appuntamento col record di Schumacher
Appuntamento con la storia rimandato per Lewis Hamilton, che non riesce ancora a raggiungere il mitico record di vittorie (91) di Michael Schumacher in Formula 1. A Sochi, ad approfittare di un’ingenuità del campione inglese, è il compagno si squadra Valtteri Bottas, che torna al successo e regala comunque il sorriso alla Mercedes, che in Russia ha sempre vinto dal 2014. In mezzo il solito Max Verstappen, che porta per la prima volta la Red Bull sul podio a Sochi.
Il fatto che determina il risultato della corsa avviene nel pre-gara, quando Hamilton effettua una prova di partenza al di fuori della zona prevista. Così il sei volte campione del mondo, scattato bene dalla pole e subito involato verso il 91° successo, viene informato di dover scontare una penalità (come a Monza, quando è entrato a cambiare le gomme con la pit-lane chiusa), ovvero uno stop&go da dieci secondi. Lewis ovviamente non nasconde la delusione, e anche se fra due settimane avrà una nuova occasione per raggiungere Schumacher proprio in Germania (al Nurburgring) afferma: «Vogliono fermarmi».
Piccoli segnali incoraggianti per la Ferrari, con il sesto posto di Charles Leclerc. Il monegasco rischia grosso in una partenza caotica, quando viene in contatto con la Racing Point di Lance Stroll, che si gira ed è costretta al ritiro. Va peggio a Carlos Sainz, lo spagnolo della McLaren che il prossimo anno correrà con la Ferrari: va lungo e in ien contro il muro, fortunatamente senza conseguenze.
«Dobbiamo rimanere con i piedi per terra, ma è stata una sorpresa per tutti noi essere così competitivi in gara, adesso dobbiamo capire perché. Non penso sia merito dei piccoli aggiornamenti fatti, ma abbiamo un upgrade più importante in arrivo per la prossima gara» sostiene Leclerc, mentre un sempre più avuto Sebastian Vettel non sorride. «E’ stata una gara un po’ noiosa, ho finito le gomme rapidamente e non avevo il passo. Penso di aver fatto il massimo con la macchina che avevo. Mi sarebbe piaciuto fermarmi prima, ma non ha fatto tutta questa differenza» attacca la sua ormai ex squadra il tedesco, 13° e quindi fuori dalla zona punti.