Scoperta a Novara una setta di schiavi del sesso: abusi e violenze anche su minorenni
Orrore a Novara, dove è stata scoperta e chiusa la base operativa di quella che è stata definita dagli inquirenti una psico-setta del sesso, con diramazioni anche a Milano, Genova e Pavia. Un clan con adepti in prevalenza femminili che avrebbe operato per almeno 30 anni, governato da un uomo di 77 anni, chiamato all’interno della setta “il Dottore”, ora accusato per associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, con altri numerosi reati in ambito sessuale, con l’aggravante di essere stati commessi in danno di minori,
L’uomo è stato rintracciato nell’entroterra ligure dagli agenti delle squadra mobile di Genova, guidati dal dirigente Stefano Signoretti, in coordinazione con le forze dell’ordine piemontesi, che poi hanno arrestato anche due donne a Montoggio, sempre nella zona. Gli indagati in totale sono 26, anche se nei confronti degli altri non sono state ancora disposte misure cautelari, ma solo sequestrati telefonini e un computer.
“Il Dottore” da circa trenta anni adescava ragazze, finanche bambine, che venivano introdotte alla filosofia della setta e iniziate a pratiche magiche, a sfondo sessuale, spesso estreme e dolorose. Vere e proprie torture che secondo il leader dovevano annullare la volontà delle vittime. Interrogato negli uffici della questura di Novara, il 77enne aveva spinto alcune adepte a seguire studi di psicologia per reclutare e gestire altre ragazze. A colpire gli inquirenti anche il “contorno” della psico-setta, con corsi spirituali e una scuola di spada celtica.
L’inchiesta è partita due anni fa dal racconto di una delle vittime di abusi, una trentenne che da bambina era stata ridotta a schiava del sesso. «Lui decide tutto, lui decide chi puoi frequentare, dove puoi lavorare – ha raccontato la donna al dirigente della squadra mobile Valeria Dulbecco – Lui sceglie quali ragazze devono farlo divertire. Lui sceglie se puoi o non puoi frequentare i nostri luoghi fatati. Lui è Lui. Noi lo chiamiamo Lui o il Dottore, perché non possiamo nominare il suo nome, non ci è concesso».