Riaperti i centri estivi, ma 3 famiglie su 4 vengono escluse: l’alternativa sono le fattorie didattiche
Sono stati riaperti i centri estivi, fenomenale valvola di sfogo per i bambini e per le famiglia, ma tre famiglie su quattro (il 75,3%) ne vengono escluse. Per motivi di limitazione dei numeri, per i costi. E per la paura. Una preziosa alternativa sono le oltre tremila aziende agricole autorizzate a svolgere funzioni di fattoria didattica, puntando sull’educazione ambientale, luoghi ideali per accogliere piccoli gruppi tenendo conto delle norme di sicurezza, distanza e igiene previste per la Fase 3 dal Dpcm dell’11 giugno e dalle ordinanze regionali. Coldiretti sottolinea inoltre che a incoraggiare le famiglie in questa fase c’è il contributo di 1.200 euro per la baby sitter in ogni famiglia che sarà spendibile anche per i centri estivi e per i servizi all’infanzia.
Le fattorie didattiche possono svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere le famiglie e i genitori, in particolare le madri, che rientrate al lavoro, con la fine delle lezioni scolastiche per offrire servizi educativi con particolare attenzione al benessere psico-fisico dei bambini e dei ragazzi. Per questo la Coldiretti mette a disposizione la sua rete, la propria esperienza, le proprie competenze in ambito educativo e didattico e i propri spazi e aule all’aperto per offrire sostegno ai genitori e ai bambini in piena sicurezza.
Non è un caso che, fa sapere la Coldiretti, delle 43.399 denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail appena lo 0,06% riguarda l’agricoltura, dove peraltro non si è mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione. «Siamo convinti che la Rete delle fattorie didattiche di Coldiretti – afferma Floriana Fanizza, leader nazionale di Coldiretti Donne Impresa -, in collaborazione con gli enti locali e le altre autorità territoriali coinvolte possa rappresentare, in questo momento di emergenza, un valido supporto alle politiche di sostegno dei bambini e delle loro famiglie, dando al contempo sollievo a questo segmento della didattica in campagna cosi innovativo, patrimonio dell’imprenditorialità agricola tutta al femminile».