A Torino il trapianto di un fegato tenuto in vita artificialmente per un giorno
Intervento innovativo all’ospedale Molinette di Torino, dove un fegato tenuto in vita artificialmente per più di 23 ore (un tempo record) è stato trapiantato con successo prima nel corpo di una donna già deceduta e poi all’interno di apposite macchine da perfusione. La novità assoluta è stata utilizzare per un tempo così lungo una metodica di preservazione dell’organo alternativa a quella consueta, “al freddo”, in ipotermia. Subito dopo la morte di una giovane donna piemontese, vittima di un infarto cardiaco improvviso e devastante, con immediato arresto cardiocircolatorio, per garantire l’ossigenazione degli organi addominali è stata posizionata dalla dottoressa Marinella Zanierato (Anestesia e Rianimazione universitaria) una circolazione extracorporea nella configurazione di “perfusione regionale normotermica” dei soli organi addominali del cadavere della giovane donna, mantenendo fegato e reni in vita all’interno del suo corpo deceduto. Nelle cinque ore di trattamento il fegato e i reni hanno dimostrato di essere funzionalmente attivi e in pieno recupero, quindi si è proceduto con il prelievo degli organi della donatrice, ma leequipe trapianto dell’ospedale erano già impegnate in due trapianti di fegato e in altrettanti di rene. Si è reso quindi necessario il posizionamento degli organi all’interno di sistemi di preservazione extracorporei. Il fegato è stato trattato e valutato per il suo corretto funzionamento per ben altre 16 ore mediante “perfusione normotermica” (con sangue umano e sostanze nutritizie) con una apposita macchina. Con i metodi di conservazione tradizionali il fegato sarebbe fissuto non più di 12 ore. Con la preservazione normotermica in macchina non solo si minimizza il danno, ma si rigenera l’organo