Rummenigge e la Bundesliga ripartita: «Una motivazione in più per gli altri campionati»
Rummenigge: «Non andiamo in fuga. Siamo stati i primi a riaprire, ma può essere anche una motivazione in più per gli altri Paesi. Io incrocio le dita perché ricominciate anche in Italia: l’importante è ripartire». Mentre ormai sembra davvero tutto pronto per la ripresa anche della Serie A, questo l’auspicio arriva da Karl-Heinz Rummenigge, grande ex anche in Italia e amministratore delegato del Bayern Monaco che guida la Bundesliga, primo campionato a ricominciare dopo l’emergenza sanitaria da Coronavirus, già da due settimane. «Il concetto di igiene, o protocollo sanitario, è la soluzione di tutto. L’importante è convincere la politica – spiega l’ex interista in una intervista alla “Gazzetta dello Sport” -. Questa ha la responsabilità per tutto il popolo, e dà fiducia soltanto se è persuasa che tutto possa andare bene. Siamo contenti di aver ricominciato, circa 200 nazioni di tutto il mondo hanno seguito il via che ha avuto due aspetti positivi. Siamo stati capaci di ripartire per primi e ha funzionato il concetto di igiene, il protocollo. Può essere usato come un passo verso la normalità che la gente vorrebbe».
A detta di Rummenigge, tutte le regole del protocollo sono attuabili «ma sono basate sul fatto che i giocatori le prendano in modo serio e che siano molto disciplinati: solo così c’é la chance di finire il torneo. Al primo positivo cosa succede? Abbiamo un po’ timore, però le squadre seguono anche un protocollo di contatto».
Rummenigge poi è intervenuto anche sulle questioni di mercato che riguardano l’Italia. Prima di tutto sul futuro di Perisic, il croato in prestito dall’Inter i cui termini per il riscatto sono scaduti. «È appena tornato a disposizione dopo l’infortunio al piede. Con Marotta però ho un rapporto veramente molto cordiale, vediamo quando farà qualche partita ci parleremo, perché anche il giocatore vorrà sapere dove giocherà. Non è ancora deciso». Infine su Rangnick, promesso allenatore del Milano. «In Germania ha lavorato bene – conclude l’ex Kaiser del calcio -. Ha il vantaggio di aver avuto due ruoli, perché è stato sia direttore tecnico e sia anche allenatore. Diciamo però che la cosa non è stata venduta in modo simpatico, perché Boban è già andato via e Maldini è contrario a questa scelta».