Cròniche Epafàniche, il primo romanzo di Francesco Guccini
Cròniche Epafàniche è il primo romanzo dell’autore Francesco Guccini uscito nel 1989 ed edito da Feltrinelli. Il libro è dedicato alla figlia Teresa…
Cròniche Epafàniche, le origini del testo
Nell’anno di pubblicazione, il romanzo, in dialetto pavanese congiunto alla lingua italiana, è stato molto apprezzato dalla critica celebrando così l’amabile cantastorie, che noi tutti ben conosciamo, anche come un dotato scrittore. Con l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il padre di Francesco viene chiamato alle armi e Francesco, insieme alla madre, da Modena si trasferisce dai nonni paterni a Pavana. Quegli anni sono descritti magistralmente in questo romanzo. Come è Pavana nei ricordi di un bambino? E’ un paesino dove oltre la fine della strada il mondo finisce.
Lo stile
La parlata dialettale tipica del modenese si trasforma in personale melodia in questa appassionata ballata; così come la definì Stefano Benni per festeggiare la prima edizione. Assomiglia a una canzone per il ritmo e l’intenzione, per l’ironia e la passione che sono marchi gucciniani inconfondibili. Il racconto ruota tutto attorno ai ricordi di un Francesco bambino che si muove al ritmo delle stagioni e dei mestieri di una volta. Ogni aneddoto è un’avventura: dalla pesca nel fiume alla macellazione del maiale; fino all’incontro con tedeschi e americani. Due eserciti e due mondi nuovi che si innestano come piante fuori luogo nella terra dove Guccini è nato e cresciuto. Il libro scorre veloce e lo scrittore a volte diventa cantante; mettendo in rima passaggi che sembrano un ritornello gioioso ma che, in fondo, lasciano affiorare un velo di nostalgia.
Cròniche Epafàniche, caratteristiche
“La ballata più lunga e appassionata di Francesco Guccini.” Stefano Benni salutava così l’uscita di questo libro: una vera e propria rivelazione. La nascita di un talentuoso scrittore fino allora conosciuto come insuperabile cantautore. Romanzo di forte ispirazione autobiografica. Il libro riesce a restituire il sapore di una mitologia di luoghi e affetti personali; senza retorica e con toni che alternano la commozione all’ironia, gli episodi storici alla fantasia. Il racconto di un’infanzia e una giovinezza passate in un paese tra Emilia e Toscana. Il libro veste gli abiti dell’epica e della poesia, della cronaca picaresca e del divertimento; in quelle che Roberto Roversi ha definito “pagine da leggere, da vedere, da immaginare, da ascoltare”. Sono storie di una cultura semplice e povera che appartiene a tutti noi; le situazioni e le atmosfere, per quanto nostalgiche e malinconiche, ci consegnano Guccini ironico e capace di affascinare il lettore.