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Tinture e cerette: il faidate e le condizioni di riapertura dei centri estetici

Tinture e cerette: il faidate e le condizioni di riapertura dei centri estetici

Il faidate su sé stesse in tempi di Coronavirus, una delle conseguenze della chiusura dei centri estetici. Tinture, pinzette, frese per unghie e cerette in casa in questi mesi di sono moltiplicate per la mancanza della possibilità di affidarsi a professionisti del mestiere. Il tutto ancora in attesa della ripartenza, perché come per i parrucchieri, i centri estetici secondo le indicazioni del Governo devono aspettare giugno.

Nel frattempo i professionisti del settore stanno lavorando per tornare a lavorare nella massima sicurezza. «Toccando la pelle già normalmente, nei centri estetici il personale è abituato ad aver cura del proprio cliente e a metterlo in sicurezza» spiega l’esperto Valerio Galeotti. L’attenzione quindi è rivolta soprattutto alle (e ai) clienti. Scontato l’utilizzo di mascherine e guanti, disinfettanti per le mani, sanificazione di strumenti con sterilizzatori e postazioni tra un cliente e l’altro, rapporto di uno a uno, anche se mancano ancora le disposizioni ufficiali in tema sanificazione degli ambienti e sull’utilizzo di dispositivi monouso.

La vera questione è su quali trattamenti saranno possibili, visto che alcuni impongono una distanza molto ravvicinata tra cliente ed estetista. Depilazione, baffetti, sopracciglia, pulizia del viso. Per la ceretta per esempio sarà necessario l’utilizzo di prodotti monodosi al posto del tradizionale barattolo di cera, per evitare ogni rischio di contaminazione. Alla fine comunque sarà soprattutto questione di fiducia.

Poi c’è la questione costi. Per pieghe, tinture e tagli, ma anche manicure, pedicure e depilazioni varie non sono previsti costi aggiuntivi per i clienti, ma per i professionisti sì, dato l’allungamento dei tempi per sanificare gli strumenti e l’ambiente e l’utilizzo di prodotti e tecnologie apposite. Per questo serviranno degli incentivi. Anche per evitare l’abusivismo, il ricorso a pedicure, manicure o messe in pieghe a domicilio che rappresentano un danno potenziale per la salute, ma sicuramente anche economico per il settore e le attività tutt’ora chiuse. «Ciò che conterà sempre di più sarà la qualità – conclude Galeotti -. E la qualità è determinata da igiene e sicurezza, da capacità e tecnica, da imprenditorialità. L’invito da rivolgere ai clienti è quello di prendere scelte adeguate e di non cadere nella trappola dell’illegalità».